Capitano del genio navale Luigi BRESCIANI

 

Capitano del genio navale(Archivio Il Vittoriale, Gardone Riviera)

 

 

Nato a Verona il 13 marzo 1888 da Fortunato e Costanza Fiorini. Fu chiamato alle armi nel Regio Esercito come soldato di leva di 1ª Cat. e messo in congedo illimitato per studio il 20 luglio 1908.

Richiamato il 20 ottobre 1908, ritardò nuovamente il servizio militare per l’art. 120 della Legge sul reclutamento il 14 novembre 1908.

Dopo la laurea venne arruolato in Marina con il grado di Tenente del Genio Navale il 27 novembre 1910.

Fu promosso capitano del genio navale il 1° luglio 1914[1].

Il 17 settembre 1910 ottenne la laurea in ingegneria industriale presso il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano e, nello stesso anno, completò il corso d'istruzione elettrica presso lo stesso istituto. Nel 1910 fu chiamato alle armi e, dopo essere stato nominato tenente del genio navale, partì subito per Genova allo scopo di completare gli studi professionali presso la Regia Scuola Superiore Navale dove, qualche anno più tardi, il 14 agosto 1912, conseguì la laurea in ingegneria navale e meccanica. Il 16 settembre 1912 fu destinato alla direzione delle costruzioni navali presso l’Arsenale di Venezia.

Affascinato dalla possibilità del volo, come molti altri giovani in quello stesso periodo, volle compiere l’intero percorso d’istruzione per ottenere il brevetto di pilota. Acquisì, attraverso una dura scuola e sotto la guida di Roberti di Castelvero, la padronanza di tutti gli elementi pratici dell’idroaviazione e, il 29 settembre 1913, conseguì il brevetto di pilota aviatore numero 6 presso la Scuola di Aviazione di Venezia.

 

Verbale di eseguita prova per il conseguimento di brevetto di pilota aviatore per Idroplani.

 

Il giorno del mese 29 di settembre dell’anno 1913, la sottoscritta Commissione, composta dal 1° Tenente di Vascello Ginocchio Manlio Comandante la suddetta Scuola e Commissario Sportivo dello Aereo Club d’Italia, Capitano del Genio Navale Guidoni Alessandro, Membro, e tenente di Vascello Viotti Djalma segretario, è sottoposto alle prove regolamentari pel brevetto di pilota aviatore per idroplani il Tenente del Genio Navale Bresciani Luigi; la prova si è svolta fra le due dighe del Lido, da una boa alla motobarca sulla quale si trovava la suddetta Commissione, e ormeggiata a m. 500 dalla predetta boa.

Il Bresciani  partito dallo Hangar delle Vergini del R. Arsenale con idroplano Farman e motore da 80 HP del peso complessivo di kg. 550, carico completo di olio e benzina, s’innalzava alle ore 17, compiendo una prima serie di 5 otto, racchiudendo in ciascuno di essi la boa e la motobarca, discendendo da un’altezza di 50 metri in volo planato con motore spento, e prendeva acqua alle ore 17, 12m. 20s. a distanza inferiore ai m. 30 dalla barca, avendo impiegato 12m. e 20s.  a compiere questa prima prova; indi si innalzava di nuovo per compiere la seconda prova con medesimo idroaereoplano alle ore 17.20 e dopo aver compiuto gli altri cinque otto , racchiudendo boa e motobarca, discendeva da m. 60 in volo planato e motore spento, prendendo acqua a m. 20 dalla motobarca alle ore 17,29m.2s. avendo impiegato a compiere questa seconda prova 9m. e 2s.

La prima prova si è svolta con vento da nord della velocità di metri 3 e la seconda volta con vento da nord della velocità di m 3 e mare calmo.

Avendo il Tenente del genio navale Bresciani Luigi superato felicemente le prove suddette stabilite per la concessione del brevetto, la Commissione dichiara che gli si debba concedere il brevetto di pilota aviatore di idro-aeroplani.

Del che si è redatto il seguente verbale in triplice esemplare per gli effetti conseguenti.

 

Venezia, lì 29 7mbre 1913.[1]

 

Tenente di vascello Djalma VIOTTI  Membro;

1° Tenente di vascello Manlio GINOCCHIO Comandante;

Capitano del genio navale Alessandro GUIDONI Membro.

 

Raggiunto con successo questo traguardo Bresciani svolse un’intensa attività di volo prendendo parte anche ad esercitazioni di cooperazione aerea con i dirigibili della marina ed anche con sommergibili e unità di superficie.

 

L’11 marzo del 1914  ebbe un elogio dallo Stato Maggiore della Marina n° 5078 così descritto:

 

"Elogio il Capitano del Genio Navale GUIDONI Alessandro, il Tenente del Genio Navale BRESCIANI Luigi ed il Capo Timopniere di 2° Classe MENDOZZA Enrico perchè con idrovolanti hanno eseguito voli della durata rispettivamente di ore 3,15 - 3,30 - 3,50".

 

[2] U.S.M.M. anno 1914 cart. 325 titol. 10

[3] U.S.M.M. anno 1914 cart. 325 titol. 10

[1] U.S.M.M. anno 1914 cart. 328 titol. 3

 

 

Il 25 marzo 1914, in qualità di pilota, con Giuseppe Miraglia come osservatore, decollò dall’idroscalo dell’Arsenale con l’idrovolante Albatros numero 7. Durante il sorvolo dell’isola di S. Michele si verificò un’avaria ai timoni di profondità. Bresciani cercò di mantenere il controllo dell’aereo per tentare un ammaraggio di fortuna, ma l’aereo cadde tra l’isola di S. Michele e quella di S. Andrea ed egli riportò una contusione ed una leggera ferita alla gamba destra, mentre Miraglia ebbe una ferita non grave all’occhio destro e  una lieve commozione cerebrale.

            Il 17 maggio 1914 Luigi Bresciani conseguì il brevetto di pilota militare presso la stessa  Scuola di Aviazione  di Venezia dove aveva ottenuto il primo brevetto.

 

Nel luglio dello stesso anno ebbe svariati incidenti di cui due nello stesso giorno:

 

Prot. R/24 (RISERVATO) del 23 Luglio 1914

AL MINISTERO DELLA MARINA

Direzione Generale del Corpo R. Equipaggi

Mi pregio informare l’E.V. che il giorno 21 c.m. alle ore 9,30, mentre l’apparecchio Breguet N° 20, sul quale era imbarcato il Capitano del Genio Navale BRESCIANI Luigi ed il 2° Capo torpediniere S. VINCHI Armando matricola 14648 eseguiva l’esercitazione di volo, nel prendere acqua in vicinanza dei Sabbioni si capovolse.

Avendo il VINCHI la manovra dell’apparecchio, aveva l’ordine di seguire le indicazioni dategli dal Sig. BRESCIANI, il quale in una discesa in acqua fatta precedentemente l’aveva rimproverato di aver raddrizzato troppo presto l’apparecchio.

Nel caso in questione invece il VINCHI eseguì una manovra opposta e malgrado il Sig. BRESCIANI tentasse di raddrizzare l’apparecchio, per la resistenza offerta dal VINCHI sulla sua manovra non gli fu possibile eseguire a tempo tale correzione e l’apparecchio, giunto in acqua inclinato, urtò con la parte anteriore capovolgendosi. Richiesta subito all’Arsenale la biga a pappagallo, questa fu inviata sul luogo e fu possibile ricuperare l’apparecchio che apparentemente non presenta notevoli avarie.

Essendo l’accidente occorso all’idrovolante in parola causa completamente della mancanza di criterio del predetto sottufficiale ed avendo esso in questa occasione, dimostrato assoluta mancanza di prontezza e percezione, non dando affidamento di poter pilotare da solo l’apparecchio benché  sia quasi pronto per il primo brevetto, il Comandante della Scuola di Aviazione lo ha escluso dal Corso.

In conseguenza di tale esclusione, che ho sanzionata, il VINCHI è stato avviato al locale deposito del C.R.E. in attesa delle disposizioni che al riguardo codesta Direzione Generale vorrà compiacersi  impartire[1].

 

Il Comandante

Vice Ammiraglio

B. Borea

 

   

            L’altro incidente si verificò sempre il 21, alle ore 14,20 con il Farman N° 14:

 

“causa la rottura di una fascia di alluminio di attacco dei galleggianti dell’apparecchio, questi si abbattè sulla sinistra e l’elica ancora in moto tagliò il galleggiante”.

 

Fu avanzata richiesta dal Direttore della Scuola TV Roberti di demolire  tale aereo causa vetustà.[1]

            In quell’anno la Regia Marina organizzò le manovre per coordinare le operazioni della flotta con l’attività degli aerei e per preparare l’utilizzo del mezzo aereo per l’avvistamento dei sommergibili. A questo scopo furono mobilitati quattro idrovolanti della  Squadriglia S. Marco, che aveva sede a Venezia nell’isola di S. Andrea. Al comando di Giovanni Roberti di Castelvero erano il capitano del genio navale Alessandro Guidoni, Luigi Bresciani e il capo di 2ª Enrico Mendozza con il compito di avvistare i sommergibili della classe Euro, Narvalo, Squalo e Tricheco sulla rotta per Ancona. Gli aerei erano assistiti da una squadriglia di torpediniere. Durante le operazioni guasti al motore costrinsero Bresciani e Mendozza ad effettuare ammaraggi di emergenza, rispettivamente a Codigoro e alla foce dei Fiumi Uniti. I due sfortunati piloti riuscirono tempestivamente ad effettuare la riparazione dei motori e a raggiungere ugualmente Ancona in tarda serata, dove erano ad attenderli gli altri partecipanti all’esercitazione.

Il 1° luglio del 1914 Bresciani fu promosso capitano del genio navale e nominato Capo reparto aviazione dell’Arsenale di Venezia. Nei primi mesi di guerra la base navale di S. Andrea disponeva di solo due Albatros, utilizzati a turno da sei piloti. Essendo necessario accrescere il numero degli apparecchi, si acquisirono altri quattro Albatros prodotti su licenza dalla ditta Enea Bossi. Non essendo però più possibile acquistare i motori originali Mercedes da 100 hp. di fabbricazione tedesca, l’ing. Bresciani realizzò le modifiche per l’installazione di motori italiani Isotta-Fraschini V4 da 160 hp., migliorando così considerevolmente le prestazioni.

Contemporaneamente Bresciani partecipò a diverse operazioni in Adriatico. Di questo periodo è un episodio riportato da Gabriele d’Annunzio nel suo “Notturno”, che vede coinvolti Bresciani e Bologna. Caduti in mare con l’apparecchio avevano dovuto attendere per molte ore i soccorsi e Bologna, tormentato dalla sete, desiderava dissetarsi con l’acqua del radiatore. Racconta il poeta che Bresciani, nonostante fosse ritenuto di carattere mite, puntò la pistola alla tempia del compagno esclamando: “Se mi togli una goccia d’acqua ti sparo!.

All’inizio del 1916 l’aviazione austro-ungarica poteva vantare la supremazia dei cieli ed era difficilmente contrastabile, sia per la qualità dei mezzi a disposizione, sia per la difficoltà di raggiungere e colpire efficacemente le basi da cui operava. La Regia Marina si rese immediatamente conto della necessità di avere a disposizione un grosso bombardiere, così come aveva già fatto l’Esercito con la costruzione dei bombardieri pesanti Caproni. Poiché l’esercito aveva la priorità nelle costruzioni,  la Marina  dovette  fare fronte a questa esigenza con l’intervento di squadriglie di bombardieri dell’esercito.


 

        

Apparecchio Bresciani in attesa di  flottaggio (U.S.M.M.)

 

 

 

 

 

 

1916, Idrovolante Bresciani alla Stazione Miraglia, Venezia (Archivio Il Vittoriale Gardone Riviera)

 

 

 

 

Per  dotarsi meglio e più celermente di questi bombardieri, la  Regia Marina  incaricò l’Ing. Bresciani di modificare cinque trimotori Caproni per renderli idonei all’impiego marittimo. La trasformazione doveva essere effettuata presso i cantieri SVAN[1] di Venezia. Bresciani, che nella elaborazione del progetto si avvalse della collaborazione del capitano del genio navale Ing. Roberto Prunas, invece di limitarsi a sostituire il carrello con dei galleggianti, modificò a tal punto il velivolo che ne ricavò un modello completamente diverso avente in comune  con il Caproni solo la formula trimotore con fusoliera a due travi. Nacque così un grosso idrovolante a scafo centrale tronco, nel quale si poteva sistemare l’equipaggio collegato alla struttura alare biplanare per mezzo di un’incastellatura metallica. A questo punto Bresciani si rese conto della necessità di disporre di un’adeguata potenza e furono montati i più potenti motori che erano a disposizione in quel periodo: tre Isotta Fraschini V 4B da 150 cv.  Il Bre.1, così venne denominato il nuovo aereo, era armato a prua con un cannoncino da 25 mm. e a poppa in torretta con una mitragliatrice. Il carico di bombe poteva essere di circa 1.000 Kg. e l’autonomia di circa 400 Km. Le prove effettuate già dalla fine del 1915 dimostrarono le valide caratteristiche del velivolo, maneggevole e di buon centraggio. L’aereo alimentò subito grandi speranze nella Marina facendo ipotizzare la possibilità di costituire diversi stormi per il  bombardamento marittimo. Erano già stati decisi i lavori per predisporre le basi di Varano e di Brindisi ad ospitare i grossi idrovolanti Bresciani quando disgraziatamente il progetto, come vedremo in seguito, subì un drammatico arresto.


 

[1] Società Veneziana Automobili Navali. Si può far risalire la nascita dei primi veri e propri mezzi d’assalto in questi cantieri, alla prima metà del 1917,  quando l’ingegnere Attilio BISIO, direttore del cantiere  e creatore dei primi  MAS, venne incaricato del progetto di un nuovo mezzo silurante in grado di superare le ostruzioni poste a difesa delle principali basi avversarie segnatamente quella di POLA.

 

 

Un altro ricordo di Bresciani è ancora nel Notturno di d’Annunzio. Il poeta infatti racconta di avere ricevuto il 2 aprile 1916 la visita di Bresciani e Prunas; entrambi erano entusiasti per la messa a punto del loro idrovolante sul quale il giorno successivo avrebbero completato il collaudo con le prove di carico. Al momento della loro partenza al poeta sembrò di avere un presagio funesto e, nonostante fosse molto sofferente per i suoi problemi alla vista sentì dentro di sé ardere il desiderio di  levarsi in volo con gli amici, quasi potesse con la sua presenza allontanare ogni pericolo. Il presagio si avverò. Il giorno successivo il prototipo si levò in volo coi piloti Bresciani e Prunas[1] e i meccanici  Fausto Lari e Vittorio Pontoni. Durante la prova di carico e di tiro

con il cannoncino da 25 mm la semi-ala inferiore destra si staccò per la rottura di una cerniera e l’aereo precipitò da 50 metri nelle acque prospicienti il Forte di Sant’Andrea causando la morte di tutto l’equipaggio.

L’urgenza dovuta alle necessità belliche, per la quale la Regia Marina aveva avuto bisogno di mettere il bombardiere in linea, aveva portato alla mancata effettuazione di alcune prove di rottura a terra e l’utilizzo del cannoncino da 25 mm, arma molto potente, aveva causato vibrazioni che avevano messo in crisi tutta la struttura dell’aereo.

La morte del progettista e la distruzione del prototipo portarono ad una momentanea sospensione del progetto fino a quando l’ammiraglio Paolo Thaon de Revel, comandante del Dipartimento di Venezia, incaricò il Capitano del Genio Navale Alessandro Guidoni, altro grande tecnico aeronautico, di porvi mano per portare a termine la realizzazione del bombardiere. Furono apportate alcune modifiche al Bre.1. L’equipaggio fu spostato dal galleggiante centrale e posizionato in una apposita carlinga tra le ali, sul retro della quale fu istallato il terzo motore.

Con questa sistemazione più comoda gli uomini dell’equipaggio, fra l’altro, non rischiavano di bagnarsi in fase di flottaggio. Così modificato, però, l’aereo diventò troppo pesante, quindi meno utile, e il progetto fu definitivamente abbandonato.

In seguito la Marina poté disporre di alcuni bombardieri Caproni trasformati in idrovolanti dotati di due galleggianti invece del carrello. Nel frattempo il bombardamento strategico sulle basi navali nemiche venne effettuato dalle squadriglie di bombardieri dell’Esercito sotto la direzione della Marina. Soltanto verso la fine della guerra la Regia Marina fu dotata di bombardieri Caproni terrestri, ma in numero limitato.

 

[1] Prunas De Quesada Enrico Roberto, nato a Sassari il 28 luglio 1885. Capitano del genio navale partecipò alla guerra contro l’Austria e volontario prese parte alle esperienze del capitano Bresciani per il collaudo dell’idrovolante Bre. 1.

 

Gravina,  Bresciani,  Prunas,  Hemery. (Archivio Giovanni Solli)

 

 

Alla memoria di Bresciani il 4 aprile 1916 fu conferita la Medaglia d’Argento al Valore Militare con la seguente motivazione:

 

 

“Sin dall’inizio della guerra, provetto aviatore, eseguì numerose esplorazioni in territorio nemico, diede notevole impulso all’aviazione marittima dedicandosi con ardore e successo alla costruzione di un velivolo di grande potenza militare”

(Alto Adriatico – maggio 1915, aprile 1916).

 

 

Altre Onorificenze

 

 

 

Campagna di guerra 1915, 1916

Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa della guerra 1915-1918, istituita con R. Decreto n° 1241 del 29 luglio 1920 e ad apporre sul nastro le fascette relative agli anni 1915 e 1916 ( alla memoria ).

Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dell’unità d’Italia istituita con R. Decreto 19 gennaio 1922 n° 1229 (alla memoria ).

Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della vittoria istituita con R. Decreto n° 1918 del 16 dicembre 1920 ( alla memoria).

 

            Luigi Bresciani riposa nel cimitero di San Michele a Venezia insieme a Giuseppe Miraglia e Luigi Bologna con un cippo simile a quelli dei due amici, disegnato anch’esso da Gabriele d’Annunzio.             

 

DESCRIZIONE SUL CIPPO

 

IL CAPITANO DEL GENIO NAVALE LUIGI BRESCIANI LE SUE NOVISSIME ARMI ALATE NON COSTRUIVA SE NON PER MEGLIO COMBATTERE DALL’ARTE SUA EROICA, SACRIFICO’ LA SUA CANDIDA VITA

XII MARZO MDCCCIXXXVIII

 

 

 

Disegno tecnico prototipo Idro Bresciani  (Archivio Mauro Antonellini)

 

[1] Uff. di Stato Maggiore della Marina n° 015227-26 LUG. 1914

[1] U.S.M.M. anno 1914 cart. 328 titol. 3

[1] U.S.M.M. anno 1914 cart. 325 titol. 10

[1] U.S.M.M. anno 1914 cart. 325 titol.10

[1]Ministero della Difesa, Direzione Generale per il Personale V° Reparto, 17a Divisione Documentazione Personale Marina, Documenti Matricolari di Luigi Bresciani

 

 

 

Notizie tratte dal libro "Giuseppe Miraglia e gli amici della squadriglia idrovolanti di S. Andrea - Venezia"

di Giovanni Solli - ed. Walberti Lugo 2009

 

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