CASTAGNO MIRAGLIA

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MAPPA

Da Camaldoli, accanto alla pensione La Foresta, si prende un sentiero segnalato, che sale nell’antica foresta dei frati camaldolesi. Il breve tratto di mulattiera raggiunge uno degli alberi più vecchi d’Italia: il castagno Miraglia.
Situato in località Metaleto, il patriarca verde, circondato da altri castagni secolari, domina quale incontrastato signore vegetale.
Occorrono circa sei persone per abbracciare il tronco cavo che fino a qualche anno fa conteneva un tavolo e varie panche. Protetto e curato dai forestali, il gigante incute ammirazione e rispetto; del resto è un signore di circa quattrocento anni.

 

 "Il castagno Miraglia" è dedicato alla signora Elena, moglie del Commendator Miraglia, Direttore Generale del Ministero della Agricoltura alla fine dell'800.

Le dimensioni sono ragguardevoli:

Diametro a petto d'uomo di 4,20 m,

Altezza 19 m,

Età stimata 300-500 anni,

La spaccatura che lo attraversa è alta 10 m.

Raccontano gli eredi che durante le vacanze estive, la famiglia si trasferiva nella “caserma” della forestale e durante i pomeriggi assolati, (avendo predisposto un tavolino e una sedia), la signora Elena si trasferiva all’interno del tronco a rammendare e ricamare, assaporando il fresco del bosco.

 

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Poppi Castagno Miraglia Metaleto-Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna Castanea sativa, castagno, h=19,00 diam=8,80  nativo 1400-1500  

 

Nicola Miraglia

 

Nicola Miraglia nacque a Lauria il 3 settembre 1835. Sotto la guida dello zio paterno Michele iniziò gli studi umanisti a Napoli dove conseguì la laurea in Giurisprudenza. Era trascorso poco tempo dalla laurea, quando fu chiamato a dare il suo contributo per appianare discordie sorte durante le guerre garibaldine per la conquista del Mezzogiorno d'Italia. Era, infatti, il Miraglia segretario particolare del generale Giorgio Pallavicino Triverzio che conduceva le trattative con Antonio Mordini, prodittatore della Sicilia, il quale chiedeva che Garibaldi restasse dittatore a Napoli ed in Sicilia fino alla liberazione totale del suolo italiano. Il Miraglia che godeva  della stima del Mordini, seppe indurlo a convincere Garibaldi a rinunziare alla dittatura e a bandire i due plebisciti per l'unificazione. E Garibaldi, sia pure a malincuore, cedette. 

    Dopo il servizio quale segretario del profittatore, Nicola Miraglia entrò nel Ministero dell'Agricoltura, dove raggiunse ben presto la promozione a Direttore Generale. Era ancora al Ministero dell'Agricoltura quando, il 6 novembre 1892, fu eletto deputato al Parlamento per il Circondario di Lagonegro, carica che gli fu riconfermata nella successiva legislatura del 26 maggio 1895. Fu abile diplomatico tanto che collaborò alla stipula dei trattati commerciali con la Francia, la Germania, l'Austria e la Svizzera. Nel 1896 il ministro del Tesoro Luigi Luttazzi, rilevando uno stato molto preoccupante nel Banco di Napoli, lo propose quale Direttore Generale, nella certezza che sarebbe stato capace di salvarlo dal fallimento che si prospettava. Dopo appena quattro anni dal suo ingresso nel Banco esso estendeva l'attività al di là dell'Atlantico e, nonostante le vicissitudini sofferte dal paese con la I° Guerra Mondiale, riusciva a mantenere egregiamente la sua posizione di Istituto di Emissione .        
    

Il merito per il salvataggio del Banco di Napoli, fu riconosciuto a Nicola Miraglia anche dall'Amministrazione comunale di Napoli la quale deliberò nel 1924 la concessione della cittadinanza onoraria. Alla cerimonia di consegna della deliberazione fu presente anche l'illustre chimico Antonio Cardarelli che, abbracciandolo, gli disse "Il più grande medico sei tu che hai saputo risanare il Banco di Napoli". Quando, nel 1926, novantenne, fu collocato a riposo il Consiglio di Amministrazione del Banco deliberò in suo favore un omaggio di un milione di lire mentre il re Vittorio Emanuele III° lo nominò conte. 

Si spense due anni dopo, il 26 marzo 1926.

 

Foto: Gianni Solli

Webmaster Gianni Solli